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mercoledì 9 ottobre 2013

Il Gradese Alex De Pase, Artista del Tatuaggio!


Il gradese Alex mago dei tatuaggi

Arrivano da tutto il mondo per i suoi ritratti. La lista d’attesa è di 2 anni
    Da tutto il mondo vengono a Grado a farsi tatuare. Incredibile, ma è proprio così. Non è la sola curiosità. Si pensi, infatti, che per farsi tatuare dal gradese Alex De Pase c’è una lista d’attesa di circa due anni.
    I cultori dell’arte del tatuaggio realistico e del ritratto, arrivano oltre che da tutta Europa anche dagli Stati Uniti, dal Sudamerica, da Taiwan, persino dall’Australia. Con famiglie o amici al seguito. Il che significa anche un certo movimento di turisti e una pubblicità per Grado non da poco. Tutte persone che perlopiù si fermano, soprattutto quelle che giungono da lontano, diversi giorni cogliendo l’occasione per visitare il Friuli Venezia Giulia, spostandosi anche a Venezia.
    Insomma, c’è nuova nicchia di turismo, quello del tatuaggio, del “tattoo”. Perché dunque Grado tra le capitali di quella che è divenuta una vera e propria arte? Perché Alex De Pase è stato inserito dalla più prestigiosa, e storica, rivista mondiale di settore “Tattoo” fra i dieci migliori tatuatori al mondo.
    Per i meriti acquisiti, il tatuatore gradese è stato anche invitato a partecipare alla biennale di Venezia del 2015, dedicata proprio al tatuaggio. «Dal primo momenti – afferma Alex De Pase che ha 34 anni – quando il tatuaggio era solo un segno di protesta della gente, si è passati all’arte vera e propria».
    Il tatuatore ha lo studio a Grado e una “dependance” anche a Cevignano, ma spesso si trova in giro per il mondo, invitato alle più grandi convention internazionali dedicate al tatuaggio, dove oltre a tatuare tiene seminari sull’argomento. Anche l’Enaip lo ha chiamato a tenere in Regione un corso sul tatuaggio. È inoltre l’ideatore e organizzatore della World Wide Tattoo Conference, che il prossimo anno, dopo che si è già svolta a Roma, Chicago, Londra e Boston, sbarcherà a Venezia.
    Per realizzare il tatuaggio di un ritratto, Alex De Pase ci impiega dalle cinque alle sette ore, ma sono talmente perfetti che persino due rapper italiani, Gue Pequeno e Fedez, ne sono rimasti colpiti tanto da citarlo persino in una loro canzone.(an.bo.)


    La “Macchina Istantanea della Birra”: birra fatta in casa in 3 ore e mezza!!

    Sono in molti gli amanti della birra fatta in casa, e probabilmente il loro numero aumenterà ancora anche “grazie” al previsto aumento delle accise nei prossimi anni.
    Il problema della birra fatta in casa, però, è che il processo è molto lungo e richiede cure particolari, e può essere difficile a volte di rispettare esattamente le ricette, dando una certa incertezza sul risultato. Senza contare tutte le fasi di pulizia che sono decisamente noiose. Fare la birra richiede spesso quasi 8 ore di lavoro faticoso.
    L’invenzione di tre americani (Bill Mitchell, Jim Mitchell and Avi Gieger) potrebbe però cambiare completamente le cose. I tre hanno fondato PicoBrew, un’azienda che ha come scopo a realizzazione (e commercializzazione) di una macchina per la birra “espressa”.
    I tre hanno sviluppato un nuovo processo di produzione della birra, ed hanno realizzato i primi prototipi. Il processo, oltre a richiedere meno tempo, avrebbe anche il merito di dare maggiori garanzie sui risultati: uno dei problemi della birra fatta in casa, spesso, è che non c’è costanza di qualità tra un “lotto” e  il successivo.
    La macchina permette di scegliere diverse ricette (e di crearne, eventualmente), in modo da mantenere comunque la passione per la “personalizzazione” della birra. Il processo è praticamente tutto automatico, e in appena 3 ore e mezza si riempie il fusto di birra, pronto da fare fermentare.
    la macchina per la birra realizzata dai fratelli mitchell e gieger
    I tre stanno sviluppando la versione finale della macchina, che potrebbe arrivare sul mercato in qualche mese. Va detto che i tre non sono certo gli ultimi arrivati: Bill Mitchell e Avi Geiger prima lavoravano per Microsoft (ed erano tra quelli a spingere per lo sviluppo di un tablet a inizio anni 2000), mentre il fratello di Bill, Jim, ha un lunga esperienza nelle scienze dell’alimentazione.

    Vajont: cinquanta anni fa la tragedia che causò oltre 1900 morti

    Il 9 ottobre del 1963 un'enorme onda prodotta dalla diga del Vajont spazzò via intere città provocando in pochi minuti distruzione e morte.

    Vajont: cinquanta anni fa la tragedia che causò oltre 1900 morti.
    Cinquanta anni fa, alle 22.39 del  9 ottobre del 1963, un'enorme frana si staccò dal Monte Toc finendo nelle acque della diga del Vajont e alzando un'onda di detriti e fango alta centinaia di metri che spazzò via intere città nella vallata sottostante provocando in pochi minuti oltre 1900 morti. L'enorme massa di ben cinquanta milioni di metri cubi di materiale solido e liquido scavalcò la diga abbattendosi nella sottostante valle del Piave, tra il Friuli e il Veneto, provocando la distruzione di sette paesi, Longarone, Pirago, Maè, Rivalta, Villanova, Faè, Codissago, Castellavazzo e colpendo molti altri paesini e borghi della zona. La terribile ondata rase al suolo tutto quello che trovava sul suo cammino cambiando radicalmente e per sempre la geografia di quei territori. Ai primi soccorsi che arrivarono sul posto si presentò uno scenario impressionante, davanti ai loro occhi non vi era più nulla, tutto era stato spazzato via dalla furia dell'acqua della diga del Vajont.
    Tragedia evitabile - Nei giorni successivi quando si diffuse la notizia da ogni parte d'Italia volontari, militari e semplici cittadini si precipitarono nel Vajont per aiutare la popolazione superstite nelle ricerche, scavando senza sosta nel fango. Alla fine i morti accertati del disastro del Vajont saranno 1910 di cui 1450 solo a Longarone, molte altre vittime ci furono invece nei comuni di  Codissago e Castellavazzo. Una tragedia che a posteriori fu definita evitabile perché molti erano stati gli allarmi di ingegneri e tecnici oltre che della popolazione locale. Fu un errore umano perché provocato dall’uomo che a tutti i costi voleva produrre energia su  quella montagna. Come ha ricordato il Capo dello Stato in una nota “La memoria del disastro che il 9 ottobre 1963 sconvolse l’area del Vajont suscita sempre una profonda emozione per l’immane tragedia che segnò le popolazioni con inconsolabili lutti e dure sofferenze. Il ricordo delle quasi duemila vittime e della devastazione di un territorio stravolto nel suo assetto naturale e sociale induce, a cinquant’anni di distanza, a ribadire che quell’evento non fu una tragica, inevitabile fatalità, ma drammatica conseguenza di precise colpe umane, che vanno denunciate e di cui non possono sottacersi le responsabilità”.

    La Ferilli sullo scudetto alla Roma: “Se lo vincesse, potrebbe spogliarsi Ilary Blasi”

    Resterà nella storia del calcio lo spogliarello del 2001 di Sabrina Ferilli per festeggiare lo scudetto della Roma. Chi potrebbe spogliarsi se quest'anno la squadra dovesse diventare Campione d'Italia?

     

     

    La Ferilli sullo scudetto alla Roma:
    Con la Roma al primo posto nella classifica di serie A si pone anche una deliziosa questione: la Fico si spoglierà nel caso in cui il Napoli dovesse vincere lo scudetto, ma chi potrebbe togliersi i vestiti per festeggiare l’ipotetica vittoria della Roma Campione d’Italia? Chi potrebbe rispondere a questo quesito se non una che offrì un meraviglioso spogliarello per questa squadra nel 2001 capeggiata da Fabio Capello? Sabrina Ferilli, punzecchiata sulla questione durante un’intervista su Radio Monte Carlo da parte di Alfonso Signorini ha raccontato la sua visione dei fatti.
    Il passaggio del testimone a Ilary Blasi – Proprio lei, il cui strip tease è entrato nella storia del calcio e del gossip, sembra felice di passare il testimone e nello specifico alla “pupona” Ilary Blasi, vero sex symbol del piccolo schermo. La conduttrice de Le Iene non ha ancora “offerto” alcuna disponibilità, eppure il suo nome è stato fatto da Maurizio Costanzo, il quale ha raccontato che preferirebbe vedere la Blasi spogliarsi per lo scudetto della Roma. Come ha risposto la Ferilli all’osservazione del marito di Maria De Filippi? Con una fragorosa risata:
    Lo spogliarello di Ilary Blasi? E vabbè, è giusto… Così si rilancia la sfida, va bene così, ci deve essere un elemento di novità.
    Come la prenderà Ilary Blasi su questa candidatura non proprio spontanea ma fortemente voluta dai tifosi “illustri” della Roma? La “pupona”, stando alle sue ultime dichiarazioni rilasciate a “Grazia”, difficilmente si presterà ad uno strip bollente, ma nella vita non si sa mai.

     

    L’orologio che segna l’ora della morte è realtà e si chiama Tikker

    L’idea ingegnosa arriva direttamente dalla Svezia e dal suo creatore Fredrik Colting che ha voluto filosoficamente spingere i possessori, consapevoli della fine della loro vita, di fare cose che non avrebbero mai realizzato.






    L’orologio che segna l’ora della morte è realtà e si chiama Tikker

    L’idea ingegnosa arriva direttamente dalla Svezia e dal suo creatore Fredrik Colting che ha voluto filosoficamente spingere i possessori, consapevoli della fine della loro vita, di fare cose che non avrebbero mai realizzato.

    Una cosa certa nella vita di tutti è, senza “se” e senza “ma”, la morte. Ognuno di noi, si spera il più tardi possibile, passerà a vita migliore, se così si vuol dire. Per questo direttamente dalla Svezia ecco giungere un vero e proprio orologio della morte, Tikker, che renderà possibile visualizzare sul display del dispositivo indossabile il “countdown” degli anni, dei mesi, dei giorni, dei minuti e dei secondi rispetto alla dipartita del suo possessore.
    Il suo creatore, Fredrik Colting, lo ha presentato nelle pagine di Kickstarter come progetto da finanziare per una futura commercializzazione e al momento in pochi giorni ha già quasi raggiunto la quota minima di 25.000 dollari. I numeri che scorrono nel display dell’orologio non hanno alcun fondamento scientifico, ma in realtà non sono altro che le conseguenze alle risposte date ad un questionario.
    La vita di ognuno di noi ha una data di scadenza e anche se magari si tende ad evitare l’argomento, la morte non è certo una sorpresa per nessuno, ma se questa non è negoziabile, la vita invece lo è. Ecco perché dobbiamo imparare ad amarla e a cogliere ogni attimo, seguendo il nostro cuore. Come disse una volta Steve Jobs: il tempo è il bene più prezioso che abbiamo e come tale lo dobbiamo salvaguardare, vivendolo al meglio.
    Come racconta proprio l’ingegnoso svedese: “L’idea di questo orologio mi è venuta dopo la morte di mio nonno che mi ha fatto riflettere sulla caducità della vita e mi ha fatto capire quanto sia importante riuscire a godersela in ogni istante, perché se tutti fossimo consapevoli dell’approssimarsi della nostra fine, da vivi faremmo sicuramente scelte migliori. Ecco perché, più che un macabro orologio della morte, lo considero una sorta di watch happiness”.

    In effetti lo scopo dell’orologio scandente l’ora X, non è altro che un qualche “pagliativo” che permetta all’utilizzatore dello stesso di riuscire a vivere nel miglior modo possibile gli anni di separazione dalla morte. Per utilizzarlo e quindi per dare il via al conto alla rovescia sarà necessario prima rispondere ad una serie di domande sulla propria storia clinica e familiare, sulle proprie abitudini e sul proprio peso. A tale questionario verrà quindi dato un punteggio al quale si sottrarrà l’età per ottenere la data di morte e a quel punto determinare il via al Tikker e quindi agli ultimi istanti della vostra vita. Se chiaramente ci credete.

    Guendalina Tavassi choc a Domenica Live: “Ho partorito mia figlia nel water”

    Guendalina Tavassi choc a Domenica Live:
    Sono passati solo cinque giorni dalla nascita di Chloe la figlia di Guendalina Tavassi e Umberto D’Aponte. Della gravidanza sono arrivati dettagli costantemente dai social network dei neo-genitori, ma un punto della situazione sul parto a Domenica Live era d’uopo. L’ex gieffina si è presentata in collegamento in diretta con gli studi di Canale 5, raccontando la sua esperienza. Umberto, Guendalina e la piccola Chloe si presentano su un “sobrio” divano leopardato, a quanto pare non l’unico oggetto maculato nella casa della starlette. Guendalina racconta il momento del pre-parto, presa dai dolori delle doglie ha trovato anche il tempo di fare uno scherzo al suo maritino, e poi ha scelto di partorire in casa:
    Tutto è iniziato con un piccolo scherzetto che ho voluto fare ad Umberto: ho trovato la suoneria di un bimbo che piangeva e mentre avevo ancora le doglie leggere, l’ho fatta partire proprio quando lui si era addormentato. Gli è preso un colpo! Comunque in teoria non avrei dovuto partorire in casa…
    E invece è successo proprio l’imponderabile, in circostanze tutt’altro che adatte a una partoriente. Guendalina racconta il momento della nascita di Chloe, a dir poco rocambolesco:
    In pratica mentre mi facevo un bagno caldo ho sentito proprio il senso della spinta e ho capito che era arrivato il momento. In tutto ciò avevo gli operai in salone a montare le porte. Umberto gli ha detto di andarsene viste le circostanze, ma loro hanno risposto che venivano da fuori e che se non avessero finito quel giorno il lavoro, sarebbero ritornati tre mesi dopo. Nel frattempo è arrivato anche l’idraulico che doveva sistemare una cosa in bagno ma lì in quel momento c’ero io con le doglie! Ad un certo punto mi sono seduta sul water leopardato e ho sentito la testa che stava per uscire. Le ostetriche che erano con me sono intervenute subito dicendomi “Spingi, spingi!”. Umberto le sentiva fuori dalla porta insieme all’idraulico.
    Di sicuro Guenda avrà qualcosa da raccontare alla bimba quando sarà nell’età della ragione. Nonostante tutta la confusione del momento del parto, Umberto trova il modo per tornare serio e romantico e dedica un rmv alla sua dolce metà. Guendalina quasi commossa replica dicendo:
    Mio marito mi ha regalato una vita nuova e meravigliosa, incontrarlo è stato il regalo più grande che il destino poteva farmi.

    GTA 6: uscita non così lontana...

    GTA 5

    GTA 6: uscita non così lontana, DLC per GTA 5


    Leslie Benzies, presidente di Rockstar North ha recentemente dichiarato che lo studio ha già in mente alcune idee interessanti per il prossimo GTA 6. A poche settimane dall’arrivo nei negozi del nuovo GTA 5, quindi, ecco che già le prime voci sul prossimo GTA 6 iniziano a farsi sentire.
    Ovviamente l’obiettivo principale dello studio ora è GTA Online che, come ben sapete, non ha pochi problemi. Però, dice sempre Benzies, ci sono molti anni di esperienza ed idee maturate che lo studio vorrebbe mettere in opera.
    Non sappiamo cosa sarà GTA 6 ma abbiamo molte idee. Abbiamo anche alcuni DLC per GTA 5 o non so come chiamarli ma ci piacerebbe farli scegliendo quelli giusti per i giocatori.
    Rockstar Games, tra l’altro, fa sapere che non ci sono conferme ufficiali, al momento, sullo sviluppo di GTA 5 per console next-gen. Attendiamo, dunque, di avere delle conferme in più. Intanto sulla possibilità di DLC per GTA 5 ma prima ancora di vedere risolti i problemi che attanagliano il funzionamento di GTA Online che sta lasciando al palo diverse migliaia di giocatori in tutto il mondo: Italia compresa!