L’idea ingegnosa arriva direttamente dalla Svezia e dal suo creatore Fredrik Colting che ha voluto filosoficamente spingere i possessori, consapevoli della fine della loro vita, di fare cose che non avrebbero mai realizzato.
L’orologio che segna l’ora della morte è realtà e si chiama Tikker
L’idea ingegnosa arriva direttamente dalla Svezia e dal suo creatore Fredrik Colting che ha voluto filosoficamente spingere i possessori, consapevoli della fine della loro vita, di fare cose che non avrebbero mai realizzato.
La vita di ognuno di noi ha una data di scadenza e anche se magari si tende ad evitare l’argomento, la morte non è certo una sorpresa per nessuno, ma se questa non è negoziabile, la vita invece lo è. Ecco perché dobbiamo imparare ad amarla e a cogliere ogni attimo, seguendo il nostro cuore. Come disse una volta Steve Jobs: il tempo è il bene più prezioso che abbiamo e come tale lo dobbiamo salvaguardare, vivendolo al meglio.Come racconta proprio l’ingegnoso svedese: “L’idea di questo orologio mi è venuta dopo la morte di mio nonno che mi ha fatto riflettere sulla caducità della vita e mi ha fatto capire quanto sia importante riuscire a godersela in ogni istante, perché se tutti fossimo consapevoli dell’approssimarsi della nostra fine, da vivi faremmo sicuramente scelte migliori. Ecco perché, più che un macabro orologio della morte, lo considero una sorta di watch happiness”.

In effetti lo scopo dell’orologio scandente l’ora X, non è altro che un qualche “pagliativo” che permetta all’utilizzatore dello stesso di riuscire a vivere nel miglior modo possibile gli anni di separazione dalla morte. Per utilizzarlo e quindi per dare il via al conto alla rovescia sarà necessario prima rispondere ad una serie di domande sulla propria storia clinica e familiare, sulle proprie abitudini e sul proprio peso. A tale questionario verrà quindi dato un punteggio al quale si sottrarrà l’età per ottenere la data di morte e a quel punto determinare il via al Tikker e quindi agli ultimi istanti della vostra vita. Se chiaramente ci credete.
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