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mercoledì 9 ottobre 2013

IL MAGMA

Lava è il nome che viene dato al magma vulcanico dopo che ha perso i gas e gli altri componenti volatili sotto pressione che lo permeavano. Il termine "lava" si riferisce sia alla roccia allo stato fuso che fuoriesce in seguito ad una eruzione, che alla stessa roccia una volta che si è solidificata dopo il raffreddamento.



Descrizione

La brusca diminuzione della pressione, al passaggio in ambiente esterno alla crosta terrestre, provoca un degassamento del magma: i gas, disciolti inizialmente in soluzione, subiscono una repentina evaporazione, separandosi dal fuso magmatico che, conseguentemente alla variazione della composizione chimica, si trasforma in lava. I gas liberati dal processo di degassamento sono il vapor acqueo (che genera l'acqua juvenile), CO2, CO, SO2, SO3, Cl2, N2 e gli elementi rari.
La lava ha una temperatura che va dai 600 ai 1200 gradi Celsius. Sebbene sia abbastanza viscosa, fino a 100.000 volte la viscosità dell'acqua a seconda della composizione, può scorrere per grandi distanze prima di raffreddarsi e solidificarsi, in funzione delle sue proprietà tissotropiche e reologiche.[1][2] La lava, solidificandosi, forma rocce ignee effusive.

Suddivisione delle lave

Le lave si distinguono in:
  • granitiche o acide o sialiche, nel caso abbiano un elevato tenore di silice
  • andesitiche o neutre, nel caso abbiano un tenore medio di silice
  • basaltiche o basiche o femiche, nel caso abbiano un basso tenore di silice
Mentre le lave basaltiche sono poco viscose e raggiungono la superficie, quelle granitiche tendono a solidificare nella camera magmatica del vulcano, formando strutture come guglie, duomi e cupole di ristagno, o ad essere espulse con violente esplosioni possono dare origine alle colate piroclastiche.

La solidificazione delle lave basaltiche

Neck vulcanico di basalto colonnare (Hoggar).
Le lave basaltiche possono, solidificando, portare a molteplici strutture a seconda della velocità con cui si raffreddano e delle caratteristiche dell'ambiente:
  • lave a corda, dette anche Pahoehoe (ossia "pietre su cui si può camminare") dalle popolazioni hawaiane. Si tratta di lave molto basiche che scorrono a fiumi, uno strato sopra l'altro. Il più superficiale solidifica, mentre i sottostanti, scorrendo, lo incurvano. Solidificando, sono responsabili della forma dei cosiddetti vulcani a scudo.
  • blocchi coriacei, detti anche lava AA (ossia "pietre su cui non si può camminare"[3]) dalle popolazioni hawaiane. Si tratta di lave basiche, ma meno rispetto a quelle a corda. Lo strato che raffreddando solidifica è più spesso e quelli sottostanti invece di incurvarlo lo spezzano.
  • basalti colonnari, quando magmi basaltici, solidificando in condizioni ipoabissali, formano ampi prismi colonnari per contrazione termica della massa raffreddata, come quelli presenti in Islanda, nell'Irlanda del Nord, nei "neck" vulcanici portati allo scoperto dall'erosione nell'Hoggar, in Sardegna, in Sicilia (Gole dell'Alcantara) e nel Veneto (come nella cava di Montecchio Maggiore).
  • lave a cuscino (pillow-lavas), quando la lava fuoriesce a grandi profondità nel mare, raffredda velocemente, ma i gas sgorgano liberandosi molto lentamente.

Origine del termine

La parola "lava" ha origine dal latino "labes" che significa caduta, scivolamento. Il suo primo uso, collegato con la fuoriuscita di magma, probabilmente è quello che si trova in un breve scritto di Francesco Serao, che riguarda l'eruzione del Vesuvio avvenuta fra il 14 maggio ed il 4 giugno 1737[4].

Raffreddamento

La lava raffreddandosi dà origine a delle pietre, dette rocce effusive oppure rocce intrusive. Un esempio del primo gruppo è l'ossidiana e del secondo il granito.


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