Il 9 ottobre del 1963 un'enorme onda prodotta dalla diga del Vajont spazzò via intere città provocando in pochi minuti distruzione e morte.

Tragedia evitabile - Nei giorni successivi quando si diffuse la notizia da ogni parte d'Italia volontari, militari e semplici cittadini si precipitarono nel Vajont per aiutare la popolazione superstite nelle ricerche, scavando senza sosta nel fango. Alla fine i morti accertati del disastro del Vajont saranno 1910 di cui 1450 solo a Longarone, molte altre vittime ci furono invece nei comuni di Codissago e Castellavazzo. Una tragedia che a posteriori fu definita evitabile perché molti erano stati gli allarmi di ingegneri e tecnici oltre che della popolazione locale. Fu un errore umano perché provocato dall’uomo che a tutti i costi voleva produrre energia su quella montagna. Come ha ricordato il Capo dello Stato in una nota “La memoria del disastro che il 9 ottobre 1963 sconvolse l’area del Vajont suscita sempre una profonda emozione per l’immane tragedia che segnò le popolazioni con inconsolabili lutti e dure sofferenze. Il ricordo delle quasi duemila vittime e della devastazione di un territorio stravolto nel suo assetto naturale e sociale induce, a cinquant’anni di distanza, a ribadire che quell’evento non fu una tragica, inevitabile fatalità, ma drammatica conseguenza di precise colpe umane, che vanno denunciate e di cui non possono sottacersi le responsabilità”.
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