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mercoledì 9 ottobre 2013

Il Gradese Alex De Pase, Artista del Tatuaggio!


Il gradese Alex mago dei tatuaggi

Arrivano da tutto il mondo per i suoi ritratti. La lista d’attesa è di 2 anni
    Da tutto il mondo vengono a Grado a farsi tatuare. Incredibile, ma è proprio così. Non è la sola curiosità. Si pensi, infatti, che per farsi tatuare dal gradese Alex De Pase c’è una lista d’attesa di circa due anni.
    I cultori dell’arte del tatuaggio realistico e del ritratto, arrivano oltre che da tutta Europa anche dagli Stati Uniti, dal Sudamerica, da Taiwan, persino dall’Australia. Con famiglie o amici al seguito. Il che significa anche un certo movimento di turisti e una pubblicità per Grado non da poco. Tutte persone che perlopiù si fermano, soprattutto quelle che giungono da lontano, diversi giorni cogliendo l’occasione per visitare il Friuli Venezia Giulia, spostandosi anche a Venezia.
    Insomma, c’è nuova nicchia di turismo, quello del tatuaggio, del “tattoo”. Perché dunque Grado tra le capitali di quella che è divenuta una vera e propria arte? Perché Alex De Pase è stato inserito dalla più prestigiosa, e storica, rivista mondiale di settore “Tattoo” fra i dieci migliori tatuatori al mondo.
    Per i meriti acquisiti, il tatuatore gradese è stato anche invitato a partecipare alla biennale di Venezia del 2015, dedicata proprio al tatuaggio. «Dal primo momenti – afferma Alex De Pase che ha 34 anni – quando il tatuaggio era solo un segno di protesta della gente, si è passati all’arte vera e propria».
    Il tatuatore ha lo studio a Grado e una “dependance” anche a Cevignano, ma spesso si trova in giro per il mondo, invitato alle più grandi convention internazionali dedicate al tatuaggio, dove oltre a tatuare tiene seminari sull’argomento. Anche l’Enaip lo ha chiamato a tenere in Regione un corso sul tatuaggio. È inoltre l’ideatore e organizzatore della World Wide Tattoo Conference, che il prossimo anno, dopo che si è già svolta a Roma, Chicago, Londra e Boston, sbarcherà a Venezia.
    Per realizzare il tatuaggio di un ritratto, Alex De Pase ci impiega dalle cinque alle sette ore, ma sono talmente perfetti che persino due rapper italiani, Gue Pequeno e Fedez, ne sono rimasti colpiti tanto da citarlo persino in una loro canzone.(an.bo.)


    La “Macchina Istantanea della Birra”: birra fatta in casa in 3 ore e mezza!!

    Sono in molti gli amanti della birra fatta in casa, e probabilmente il loro numero aumenterà ancora anche “grazie” al previsto aumento delle accise nei prossimi anni.
    Il problema della birra fatta in casa, però, è che il processo è molto lungo e richiede cure particolari, e può essere difficile a volte di rispettare esattamente le ricette, dando una certa incertezza sul risultato. Senza contare tutte le fasi di pulizia che sono decisamente noiose. Fare la birra richiede spesso quasi 8 ore di lavoro faticoso.
    L’invenzione di tre americani (Bill Mitchell, Jim Mitchell and Avi Gieger) potrebbe però cambiare completamente le cose. I tre hanno fondato PicoBrew, un’azienda che ha come scopo a realizzazione (e commercializzazione) di una macchina per la birra “espressa”.
    I tre hanno sviluppato un nuovo processo di produzione della birra, ed hanno realizzato i primi prototipi. Il processo, oltre a richiedere meno tempo, avrebbe anche il merito di dare maggiori garanzie sui risultati: uno dei problemi della birra fatta in casa, spesso, è che non c’è costanza di qualità tra un “lotto” e  il successivo.
    La macchina permette di scegliere diverse ricette (e di crearne, eventualmente), in modo da mantenere comunque la passione per la “personalizzazione” della birra. Il processo è praticamente tutto automatico, e in appena 3 ore e mezza si riempie il fusto di birra, pronto da fare fermentare.
    la macchina per la birra realizzata dai fratelli mitchell e gieger
    I tre stanno sviluppando la versione finale della macchina, che potrebbe arrivare sul mercato in qualche mese. Va detto che i tre non sono certo gli ultimi arrivati: Bill Mitchell e Avi Geiger prima lavoravano per Microsoft (ed erano tra quelli a spingere per lo sviluppo di un tablet a inizio anni 2000), mentre il fratello di Bill, Jim, ha un lunga esperienza nelle scienze dell’alimentazione.

    Vajont: cinquanta anni fa la tragedia che causò oltre 1900 morti

    Il 9 ottobre del 1963 un'enorme onda prodotta dalla diga del Vajont spazzò via intere città provocando in pochi minuti distruzione e morte.

    Vajont: cinquanta anni fa la tragedia che causò oltre 1900 morti.
    Cinquanta anni fa, alle 22.39 del  9 ottobre del 1963, un'enorme frana si staccò dal Monte Toc finendo nelle acque della diga del Vajont e alzando un'onda di detriti e fango alta centinaia di metri che spazzò via intere città nella vallata sottostante provocando in pochi minuti oltre 1900 morti. L'enorme massa di ben cinquanta milioni di metri cubi di materiale solido e liquido scavalcò la diga abbattendosi nella sottostante valle del Piave, tra il Friuli e il Veneto, provocando la distruzione di sette paesi, Longarone, Pirago, Maè, Rivalta, Villanova, Faè, Codissago, Castellavazzo e colpendo molti altri paesini e borghi della zona. La terribile ondata rase al suolo tutto quello che trovava sul suo cammino cambiando radicalmente e per sempre la geografia di quei territori. Ai primi soccorsi che arrivarono sul posto si presentò uno scenario impressionante, davanti ai loro occhi non vi era più nulla, tutto era stato spazzato via dalla furia dell'acqua della diga del Vajont.
    Tragedia evitabile - Nei giorni successivi quando si diffuse la notizia da ogni parte d'Italia volontari, militari e semplici cittadini si precipitarono nel Vajont per aiutare la popolazione superstite nelle ricerche, scavando senza sosta nel fango. Alla fine i morti accertati del disastro del Vajont saranno 1910 di cui 1450 solo a Longarone, molte altre vittime ci furono invece nei comuni di  Codissago e Castellavazzo. Una tragedia che a posteriori fu definita evitabile perché molti erano stati gli allarmi di ingegneri e tecnici oltre che della popolazione locale. Fu un errore umano perché provocato dall’uomo che a tutti i costi voleva produrre energia su  quella montagna. Come ha ricordato il Capo dello Stato in una nota “La memoria del disastro che il 9 ottobre 1963 sconvolse l’area del Vajont suscita sempre una profonda emozione per l’immane tragedia che segnò le popolazioni con inconsolabili lutti e dure sofferenze. Il ricordo delle quasi duemila vittime e della devastazione di un territorio stravolto nel suo assetto naturale e sociale induce, a cinquant’anni di distanza, a ribadire che quell’evento non fu una tragica, inevitabile fatalità, ma drammatica conseguenza di precise colpe umane, che vanno denunciate e di cui non possono sottacersi le responsabilità”.

    La Ferilli sullo scudetto alla Roma: “Se lo vincesse, potrebbe spogliarsi Ilary Blasi”

    Resterà nella storia del calcio lo spogliarello del 2001 di Sabrina Ferilli per festeggiare lo scudetto della Roma. Chi potrebbe spogliarsi se quest'anno la squadra dovesse diventare Campione d'Italia?

     

     

    La Ferilli sullo scudetto alla Roma:
    Con la Roma al primo posto nella classifica di serie A si pone anche una deliziosa questione: la Fico si spoglierà nel caso in cui il Napoli dovesse vincere lo scudetto, ma chi potrebbe togliersi i vestiti per festeggiare l’ipotetica vittoria della Roma Campione d’Italia? Chi potrebbe rispondere a questo quesito se non una che offrì un meraviglioso spogliarello per questa squadra nel 2001 capeggiata da Fabio Capello? Sabrina Ferilli, punzecchiata sulla questione durante un’intervista su Radio Monte Carlo da parte di Alfonso Signorini ha raccontato la sua visione dei fatti.
    Il passaggio del testimone a Ilary Blasi – Proprio lei, il cui strip tease è entrato nella storia del calcio e del gossip, sembra felice di passare il testimone e nello specifico alla “pupona” Ilary Blasi, vero sex symbol del piccolo schermo. La conduttrice de Le Iene non ha ancora “offerto” alcuna disponibilità, eppure il suo nome è stato fatto da Maurizio Costanzo, il quale ha raccontato che preferirebbe vedere la Blasi spogliarsi per lo scudetto della Roma. Come ha risposto la Ferilli all’osservazione del marito di Maria De Filippi? Con una fragorosa risata:
    Lo spogliarello di Ilary Blasi? E vabbè, è giusto… Così si rilancia la sfida, va bene così, ci deve essere un elemento di novità.
    Come la prenderà Ilary Blasi su questa candidatura non proprio spontanea ma fortemente voluta dai tifosi “illustri” della Roma? La “pupona”, stando alle sue ultime dichiarazioni rilasciate a “Grazia”, difficilmente si presterà ad uno strip bollente, ma nella vita non si sa mai.

     

    L’orologio che segna l’ora della morte è realtà e si chiama Tikker

    L’idea ingegnosa arriva direttamente dalla Svezia e dal suo creatore Fredrik Colting che ha voluto filosoficamente spingere i possessori, consapevoli della fine della loro vita, di fare cose che non avrebbero mai realizzato.






    L’orologio che segna l’ora della morte è realtà e si chiama Tikker

    L’idea ingegnosa arriva direttamente dalla Svezia e dal suo creatore Fredrik Colting che ha voluto filosoficamente spingere i possessori, consapevoli della fine della loro vita, di fare cose che non avrebbero mai realizzato.

    Una cosa certa nella vita di tutti è, senza “se” e senza “ma”, la morte. Ognuno di noi, si spera il più tardi possibile, passerà a vita migliore, se così si vuol dire. Per questo direttamente dalla Svezia ecco giungere un vero e proprio orologio della morte, Tikker, che renderà possibile visualizzare sul display del dispositivo indossabile il “countdown” degli anni, dei mesi, dei giorni, dei minuti e dei secondi rispetto alla dipartita del suo possessore.
    Il suo creatore, Fredrik Colting, lo ha presentato nelle pagine di Kickstarter come progetto da finanziare per una futura commercializzazione e al momento in pochi giorni ha già quasi raggiunto la quota minima di 25.000 dollari. I numeri che scorrono nel display dell’orologio non hanno alcun fondamento scientifico, ma in realtà non sono altro che le conseguenze alle risposte date ad un questionario.
    La vita di ognuno di noi ha una data di scadenza e anche se magari si tende ad evitare l’argomento, la morte non è certo una sorpresa per nessuno, ma se questa non è negoziabile, la vita invece lo è. Ecco perché dobbiamo imparare ad amarla e a cogliere ogni attimo, seguendo il nostro cuore. Come disse una volta Steve Jobs: il tempo è il bene più prezioso che abbiamo e come tale lo dobbiamo salvaguardare, vivendolo al meglio.
    Come racconta proprio l’ingegnoso svedese: “L’idea di questo orologio mi è venuta dopo la morte di mio nonno che mi ha fatto riflettere sulla caducità della vita e mi ha fatto capire quanto sia importante riuscire a godersela in ogni istante, perché se tutti fossimo consapevoli dell’approssimarsi della nostra fine, da vivi faremmo sicuramente scelte migliori. Ecco perché, più che un macabro orologio della morte, lo considero una sorta di watch happiness”.

    In effetti lo scopo dell’orologio scandente l’ora X, non è altro che un qualche “pagliativo” che permetta all’utilizzatore dello stesso di riuscire a vivere nel miglior modo possibile gli anni di separazione dalla morte. Per utilizzarlo e quindi per dare il via al conto alla rovescia sarà necessario prima rispondere ad una serie di domande sulla propria storia clinica e familiare, sulle proprie abitudini e sul proprio peso. A tale questionario verrà quindi dato un punteggio al quale si sottrarrà l’età per ottenere la data di morte e a quel punto determinare il via al Tikker e quindi agli ultimi istanti della vostra vita. Se chiaramente ci credete.

    Guendalina Tavassi choc a Domenica Live: “Ho partorito mia figlia nel water”

    Guendalina Tavassi choc a Domenica Live:
    Sono passati solo cinque giorni dalla nascita di Chloe la figlia di Guendalina Tavassi e Umberto D’Aponte. Della gravidanza sono arrivati dettagli costantemente dai social network dei neo-genitori, ma un punto della situazione sul parto a Domenica Live era d’uopo. L’ex gieffina si è presentata in collegamento in diretta con gli studi di Canale 5, raccontando la sua esperienza. Umberto, Guendalina e la piccola Chloe si presentano su un “sobrio” divano leopardato, a quanto pare non l’unico oggetto maculato nella casa della starlette. Guendalina racconta il momento del pre-parto, presa dai dolori delle doglie ha trovato anche il tempo di fare uno scherzo al suo maritino, e poi ha scelto di partorire in casa:
    Tutto è iniziato con un piccolo scherzetto che ho voluto fare ad Umberto: ho trovato la suoneria di un bimbo che piangeva e mentre avevo ancora le doglie leggere, l’ho fatta partire proprio quando lui si era addormentato. Gli è preso un colpo! Comunque in teoria non avrei dovuto partorire in casa…
    E invece è successo proprio l’imponderabile, in circostanze tutt’altro che adatte a una partoriente. Guendalina racconta il momento della nascita di Chloe, a dir poco rocambolesco:
    In pratica mentre mi facevo un bagno caldo ho sentito proprio il senso della spinta e ho capito che era arrivato il momento. In tutto ciò avevo gli operai in salone a montare le porte. Umberto gli ha detto di andarsene viste le circostanze, ma loro hanno risposto che venivano da fuori e che se non avessero finito quel giorno il lavoro, sarebbero ritornati tre mesi dopo. Nel frattempo è arrivato anche l’idraulico che doveva sistemare una cosa in bagno ma lì in quel momento c’ero io con le doglie! Ad un certo punto mi sono seduta sul water leopardato e ho sentito la testa che stava per uscire. Le ostetriche che erano con me sono intervenute subito dicendomi “Spingi, spingi!”. Umberto le sentiva fuori dalla porta insieme all’idraulico.
    Di sicuro Guenda avrà qualcosa da raccontare alla bimba quando sarà nell’età della ragione. Nonostante tutta la confusione del momento del parto, Umberto trova il modo per tornare serio e romantico e dedica un rmv alla sua dolce metà. Guendalina quasi commossa replica dicendo:
    Mio marito mi ha regalato una vita nuova e meravigliosa, incontrarlo è stato il regalo più grande che il destino poteva farmi.

    GTA 6: uscita non così lontana...

    GTA 5

    GTA 6: uscita non così lontana, DLC per GTA 5


    Leslie Benzies, presidente di Rockstar North ha recentemente dichiarato che lo studio ha già in mente alcune idee interessanti per il prossimo GTA 6. A poche settimane dall’arrivo nei negozi del nuovo GTA 5, quindi, ecco che già le prime voci sul prossimo GTA 6 iniziano a farsi sentire.
    Ovviamente l’obiettivo principale dello studio ora è GTA Online che, come ben sapete, non ha pochi problemi. Però, dice sempre Benzies, ci sono molti anni di esperienza ed idee maturate che lo studio vorrebbe mettere in opera.
    Non sappiamo cosa sarà GTA 6 ma abbiamo molte idee. Abbiamo anche alcuni DLC per GTA 5 o non so come chiamarli ma ci piacerebbe farli scegliendo quelli giusti per i giocatori.
    Rockstar Games, tra l’altro, fa sapere che non ci sono conferme ufficiali, al momento, sullo sviluppo di GTA 5 per console next-gen. Attendiamo, dunque, di avere delle conferme in più. Intanto sulla possibilità di DLC per GTA 5 ma prima ancora di vedere risolti i problemi che attanagliano il funzionamento di GTA Online che sta lasciando al palo diverse migliaia di giocatori in tutto il mondo: Italia compresa!

    The Sims 3 Into the Future, ecco il trailer di lancio ufficiale


    PC


    I nostri sim sono dappertutto ma in un posto, per ora, non erano ancora andati: dove? Beh, nel futuro! Ecco, dunque, la nuova idea degli sviluppatori del simulatore di vita più giocato della storia dei videogames: The Sims 3 Into the Future che porta i nostri amici virtuali a fare i conti con i loro futuri parenti in mondi completamente diversi da ciò che noi conosciamo.
    In un mondo in cui non servono strade ed in cui i giardini crescono sui tetti, i sim si troveranno a dover affrontare una realtà completamente nuova con le sue stravaganze ed i suoi eventi: positivi e negativi. Nuovi mezzi di trasporto come splendidi zaini razzo e nuove carriere lavorative renderanno ancora più interessante l’esperienza di gioco all’interno di The Sims 3. Electronic Arts presenta The Sims 3 Into the Future con il trailer di lancio ufficiale dell’expansion pack per The Sims 3 ricordando a tutti che sarà disponibile in negozio o in versione digitale tramite piattaforma Origin a partire dal prossimo 24 ottobre



    FIFA 14 vs. PES 2014: chi vincerà quest’anno? [Sondaggio]


    Avevamo proposto un sondaggio simile molto tempo fa, quando ancora le idee dei giocatori non erano ben chiare per carenza di informazioni. A distanza di molto tempo torniamo con questa domanda assai difficile da rispondere, che assilla le menti della maggior parte del pubblico che ama i titoli di calcio. Quale comprare quest’anno? FIFA 14 o PES 2014? Naturalmente, lo scopo di questo sondaggio non è quello di indagare solamente circa quale titolo acquisteranno i lettori di Buddha Gaming, bensì sapere con certezza quale dei due la spunterà, secondo il vostro parere, quest’anno.
    Da un lato abbiamo il titolo di Konami, che si propone ai giocatori con una veste grafica completamente nuova grazie all’utilizzo del Fox Engine, un miglioramento dal punto di vista della fisica e tante innovazioni riguardanti anche le sue modalità principali; dall’altro, risponde il gioco di EA Sports, che tende a mettersi in mostra non soltanto per mezzo di miglioramenti a livello delle meccaniche di gioco, ma anche per la sua solita, lunga schiera di licenze, che non fanno mai male. Bisogna ricordare che, in questo sondaggio, ci stiamo riferendo maggiormente alla battaglia su console di generazione attuale, dato che PES 2014 non farà il suo debutto su PS4 e Xbox One. Insomma, tanta carne da mettere alla brace per gli appassionati degli sportivi ed in particolare dei calcistici, talmente tanta che quest’anno, molto più rispetto agli anni recenti, è veramente difficile fare una scelta tra i due giochi in questione. Siamo in una fase cruciale perché praticamente entrambi i calcistici si trovano al loro esordio, ma sin da subito si potranno trarre conclusioni guardando i dati delle vendite alle loro uscite. Adesso, però, tocca a voi. Vi invitiamo a non limitarvi a votare, bensì date anche una spiegazione circa il motivo del nostro voto, di modo tale da poterne discutere tutti insieme.
    Domanda: Qual’è il miglior calcistico dell’anno?



    • FIFA 14 (63 Voti)
      67%
    • PES 2014 (31 Voti)
      33%
    Voti totali: 94

    GTA ONLINE ATTENZIONE!

    GTA Online: Rockstar Games avverte di non sostituire il PG creato


    Rockstar Games avvisa i giocatori di GTA Online, di non sovrascrivere il salvataggio del personaggio creato con uno nuovo, quando lo slot di selezione ad esso dedicato nello Story Mode appare vuoto, e consiglia invece di accedere a GTA Online mediante il tasto Start nell’apposito menu.
    Rockstar inoltre consiglia di ripetere questo passaggio, o di aspettare fino a quando i server Cloud non ritorneranno operativi.
    Se riceverete il messaggio di avviso, in cui appare la scritta: i servizi cloud di Rockstar non sono al momento disponibili, siete pregati di non premere il tasto Riprova, in quanto ciò potrebbe sovrascrivere il vecchio salvataggio perdendo in questo modo il personaggio creato.
    I problemi quindi sembrano non terminare per GTA Online, la modalità multiplayer del nuovo e campionissimo GTA 5 che, nonostante l’impegno di Rockstar di continuare a garantire un servizio godibile, deve far fronte a continui problemi tecnici che non permettono di godere a pieno il titolo

    Trucchi Speciali Grand Theft Auto 5 (xbox360)

    Trucchi GTA 5: numeri di telefono

    Xbox 360
    In GTA 5 di Rockstar Games, rispetto ai predecessori, la gestione e l’uso del cellulare è cambiata. Addirittura ogni personaggio ha il suo modello di cellulare diverso. Ma anche se a prima vista ogni numero digitato sulla tastiera (accessibile aprendo i contatti e premendo A) porta ad un segnale di occupato, ecco che, ad una analisi più attenta, si posso scoprire cose interessanti. Vediamole insieme:
    I numeri di telefono riportati di seguito hanno come risposta una segreteria telefonica:
    389-555-0133
    389-555-0144
    369-555-0150
    389-555-0160
    389-555-0188
    389-555-0199
    Il numero di telefono sotto indicato, invece, emette un segnale dial-up:
    389-555-0155
    I numeri di telefono in basso hanno un gingle di messa in attesa:
    389-555-0139
    389-555-0166
    Digitando i numeri di telefono in basso, invece, qualcuno risponderà dicendo di smetterla con questi scherzi!
    389-555-0122
    389-555-0159
    389-555-0177
    A questo numero di telefono qualcuno risponde e poi attacca:
    389-555-0129
    Inoltre, sembra che la maggior parte dei numeri della serie 389-555-01xx (dove xx sono due cifre casuali) danno sempre un qualche tipo di risposta. L’elenco dei numeri è valido con tutti e tre i personaggi e, di conseguenza, il risultato sarà lo stesso con qualunque dei tre character verrà effettuata la chiamata.

    SONY PENSA GIà ALLA PS5 !

    PS5, Sony già pensa al dopo PS4

    sony ps5
    Parlare di PS5 (PlayStation 5) al momento sembra così irreale, dal momento che deve ancora cominciare la quarta generazione di console con PS4 pronta al lancio per il prossimo mese. Eppure, Sony sembra proprio che stia già al lavoro per gettare le basi della prossima-prossima generazione: a svelare qualcosa è stato Katsuhiro Harada, il produttore della serie Tekken, che probabilmente deve avere agganci con i piani più alti della società giapponese. Naturalmente è ancora prematuro poter parlare di qualcosa del genere, visto che si tratterà di avvenimenti che potranno diventare concreti solamente dopo il 2020; ad ogni modo, si presuppone che si abbandoneranno tutti quanti i supporti fisici, anche i Blu-ray Disc, a favore di una distribuzione esclusivamente in digitale.
    Una cosa del genere, in realtà, doveva avvenire già su PS4, ma poi è stata abbandonata l’idea. Inoltre, PS5 potrebbe essere chiamata PlayStation Network, visto che si presuppone che possa prendere le sembianze di una sorta di PC, addirittura si parla di una specie di tv-console cui potrà essere attaccato il joypad per poter giocare. Insomma, la cosa interessante è che Sony abbia già cominciato a muoversi su PS5 ancora prima dell’uscita di PS4; per tutto il resto non abbiamo ancora interesse, visto che vogliamo prima goderci al massimo questa quarta generazione che sta per cominciare.

    PENNE AL POMODORO FRESCO( CHI NON LA MAI MANGIATO NON Sà NIENTE DELLA VITA)

    MEZZE PENNE AL POMODORO FRESCO


    INGREDIENTI
    350 g DI MEZZE PENNE
    600 g DI POMODORI CILIEGINO
    UN CIUFFO DI PREZZEMOLO
    5 FOGLIE DI BASILICO
    2 SPICCHI D'AGLIO
    1/2 CIPOLLA
    OLIO e SALE q.b.



    Buongiorno a tutti .. come state con questo caldo africano che e arrivato nel nostro paese ..? a me mi mette KO non ho voglia di fare nulla l'unica cosa che mi piacerebbe fare adesso e stare a sguazzare nel mare ... ma per adesso mi devo solo accontentare di sognare di sguazzare nel mare per rinfrescarmi .... perchè per adesso l'unica a rinfrescare un pò il mio cervello e l'aria condizionata sul posto del lavoro ^__^ intanto gustiamoci un piatto leggero ma gustoso
    iniziamo:
    prendiamo i pomodorini laviamoli e schiacciamoli leggermente nell'acqua per togliere un pò dei loro semini e mettiamoli a sgocciolare .. nel frattempo prendiamo una padella versiamo l'olio aggiungiamo la cipolla tagliata a fettine lo spicchio d'aglio a pezzettini e lasciamo appassire sul fuoco normale per qualche minuto tuffiamo i nostri pomodorini schiacciati e cospargiamo sopra di prezzemolo e basilico lavato e tritato aggiustiamo di sale e facciamo cuocere a fuoco normale con il coperchio chiuso mescolando e lasciamo cuocere per circa 15-20 minuti .. cuocere la pasta in abbondate acqua salata e condire con i pomodorini cotti e servire a tavola con qualche foglia di basilico .... semplice ma buona ..










    ... PROVARE PER GUSTARE ...

    LASAGNE VEGETARIANE ..!

    Lasagne vegetariane

    Lasagne vegetariane
    • Difficoltà:
      Media
    • Cottura:
      60 min
    • Preparazione:
      60 min
    • Dosi per:
      4 persone
    • Costo:
      Medio

    Le lasagne vegetariane sono un primo piatto  preparato solo con verdure, dal sapore ricco che ben si presta ad essere servito anche come piatto unico.

    Le lasagne vegetariane sono preparate con funghi e moltissime verdure; noi oggi vi proponiamo una versione del piatto cucinata con sedano, carota, peperoni, melanzane, patate, broccoli e pomodorini. Tantissime sono le combinazioni che potete inventare e utilizzare per preparare le vostre lasagne vegetariane che vi assicureranno un successone a tavola con la famiglia o con gli ospiti.

    Le lasagne vegetariane sono un primo piatto sostanzioso che ben si adatta ai propri  gusti personali e che gli amanti delle verdure adoreranno.

    per le lasagne

    per la besciamella

    per corspargere

    ■ Preparazione


    Lasagne vegetariane
    Lavate e mondate le verdure. Tagliate i funghi a fette e carote, zucchine, melanzane, sedano, peperone e patate a bastoncini. Schiacciate l’aglio, mettetelo in una padella con 2 cucchiai di olio, fatelo imbiondire e poi unite i funghi e le zucchine (1). Lasciate rosolare a fuoco medio gli ingredienti, quindi aggiungete il sale e spegnete il fuoco quando il tutto sarà cotto ma ancora al dente. In un’altra padella piuttosto capiente, aggiungete 4 cucchiai di olio, il cipollotto e il porro (2) entrambi tritati e lasciateli appassire a fuoco dolce per lameno 10 minuti, quindi aggiungete il sedano, la carota, il peperone, le melanzane e le patate e i broccoli (3) che avrete tagliato in tante piccole cimette e scottateoappena in acqua bollente salata.
    Lasagne vegetariane
    Fate cuocere a fuoco medio ( se necessario a metà cottura, aggiungete un mestolo di acqua bollente o brodo vegetale) fino a quando gli ingredienti saranno cotti ma ancora al dente. Unite i funghi e le zucchine (4) precedentemente stufati. Aggiungete le altre verdure e i pomodorini tagliati a pezzetti (5). Mischiate delicatamente gli ingredienti tra loro, salate e spegnete il fuoco. Preparate la besciamella con gli ingredienti indicati seguendo la ricetta scritta qui. Prendete una pirofila rettangolare, cospargetene il fondo con un filo di olio di oliva e 3 cucchiai di besciamella. Appoggiate sul fondo il primo strato di lasagne, quindi copritele con la besciamella (6);
    Lasagne vegetariane
    adagiatevi sopra le verdure sparse (7) che cospargerete con il parmigiano (8) e con un pizzico di pepe macinato. Ripetete l’operazione fino a terminare gli ingredienti (9) ( io ho fatto 4 strati di lasagne). Infornate la lasagna a 180° per circa un’ora, poi estraetela dal forno, lasciatela riposare almeno 5-10 minuti quindi tagliate le lasagne vegetariane e servitele.

    Le Citta : Napoli!!!

    « Vedi Napoli e poi muori! »
    (Antico detto popolare[N 1])
    Napoli (IPA: ['napoli][3][4] ascolta[?·info]; Nàpule in napoletano, pronuncia ['nɑːpələ] oppure ['nɑːpulə]) è un comune italiano di 958.078 abitanti[1], capoluogo dell'omonima provincia e della regione Campania. Situata in posizione pressoché centrale nell'omonimo golfo, tra il Vesuvio e l'area vulcanica dei Campi Flegrei, è il terzo comune italiano per popolazione dopo Roma e Milano, nonché cuore di una delle aree metropolitane più popolose d'Europa.[N 2]
    Fondata intorno alla metà dell'VIII secolo a.C. fu tra le città egemoni della Magna Graecia,[5] grazie al rapporto privilegiato con Atene,[6] ed esercitò una notevole influenza commerciale, culturale e religiosa sulle popolazioni italiche circostanti[7] tanto da diventare il centro della filosofia epicurea. Dopo il crollo dell'Impero romano, nell'VIII secolo la città formò un ducato autonomo indipendente dall'Impero bizantino; in seguito, dal XIII secolo e per circa seicento anni, fu capitale del regno di Napoli. Divenuta capitale del Regno delle Due Sicilie sotto i Borbone, conobbe un lungo periodo di sviluppo socioeconomico culminato in una serie di primati civili e tecnologici[8] tra cui la costruzione della prima ferrovia in Italia.[9] Dopo l'annessione al Regno d'Italia soffrì di un sensibile declino, esteso anche a tutto il sud Italia.[10][11]
    Per motivi storici, artistici, politici ed ambientali è, dal basso medioevo fino ad oggi, tra i principali centri di riferimento culturale d'Europa.[12] Sede della Federico II, la più antica università statale d'Europa,[13] ospita altresì l'Orientale, la più antica università di studi sinologici ed orientalistici del continente[14] e la Nunziatella, una delle più antiche accademie militari al mondo, eletta patrimonio storico e culturale dei Paesi del Mediterraneo da parte dell'Assemblea parlamentare del Mediterraneo.[15] Luogo d'origine della lingua napoletana, ha esercitato ed esercita un forte ruolo in numerosi campi del sapere, della cultura e dell'immaginario collettivo a livello mondiale. Punto focale dell'Umanesimo attraverso l'Accademia Pontaniana,[16] centro della filosofia naturalistica del rinascimento,[17] culla dell'illuminismo in Italia,[18] è stata lungamente un punto di riferimento globale per la musica classica e l'opera attraverso la scuola musicale napoletana,[19] dando tra l'altro origine all'opera buffa.[20] Città dall'imponente tradizione nel campo delle arti figurative che affonda le proprie radici nella pittura pompeiana, ha dato luogo a movimenti architettonici e pittorici originali, quali il rinascimento[21][22] e il barocco napoletano,[23] il caravaggismo,[24] la scuola di Posillipo[25] ed il Liberty napoletano,[26] nonché ad arti minori ma di rilevanza internazionale, quali la porcellana di Capodimonte[27] ed il presepe napoletano.[28] È all'origine di una forma distintiva di teatro,[29] di una canzone di fama mondiale[30] e perfino di una peculiare tradizione culinaria[31] che comprende alimenti che assumono il ruolo di icone globali, come la pizza napoletana.[32]
    Nel 1995 il centro storico di Napoli, il più vasto d'Europa, è stato riconosciuto dall'UNESCO come patrimonio mondiale dell'umanità.[33] Nel 1997 l'apparato vulcanico Somma-Vesuvio è stato eletto dalla stessa agenzia internazionale (con il vicino Miglio d'Oro, in cui ricadono anche i quartieri napoletani di San Giovanni a Teduccio, Barra e Ponticelli) tra le riserve mondiali della biosfera.[34]









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    Età medievale

    Il Ducato di Napoli


    Il ducato autonomo di Napoli, provincia bizantina sopravvissuta fino al 1139
    Nel 536 Napoli fu conquistata dai bizantini durante la guerra gotica e rimase saldamente in mano all'impero anche durante la susseguente invasione longobarda, divenendo in seguito ducato autonomo. Il primo duca, secondo la tradizione, sarebbe stato Basilio, nominato nel 660-61 dall'Imperatore bizantino Costante II,[62] anche se è probabile che egli fosse stato preceduto da altre persone con stesse mansioni, le quali erano comunque espressione delle cosiddette "famiglie magnatizie" cittadine. La vita del ducato fu caratterizzata da continue guerre, principalmente difensive, contro i potenti principati longobardi vicini e i corsari musulmani (genericamente definiti Saraceni), provenienti per lo più dal Nordafrica o dalla Sicilia, che era stata conquistata dagli Aghlabidi a partire dall'827.
    In realtà l'avversione tra cristianesimo e islam trovò nel meridione italico ampi spazi di convergenza in nome della politica e dei comuni interessi commerciali. Questi ultimi determinarono di fatto una sostanziale amicizia tra Napoli ed il mondo musulmano, tanto che si verificò il disinvolto impiego da parte napoletana (ma campana in genere, dovendosi comprendere in questo discorso anche Amalfi) di mercenari, per lo più assoldati nell'insediamento del Traetto (in arabo ribāṭ). Prolungato artefice di questa politica fu il vescovo di Napoli e duca Attanasio II, a dispetto della scomunica comminatagli da papa Giovanni VIII.
    Il X secolo fu caratterizzato da una politica di neutralità, che mirò a tener fuori Napoli dai giochi che si svolgevano intorno a lei. Da ciò trassero giovamento sia l'economia, che la cultura, consentendo da un lato lo sviluppo delle industrie tessili[N 5] e della lavorazione del ferro; dall'altro, un proficuo scambio di materiale letterario e storico - sia religioso sia profano, sia greco sia latino - tra la città e Costantinopoli, da cui provenne ad esempio il greco Romanzo di Alessandro.[N 6]
    Lo sviluppo del movimento iconoclasta da parte di Leone III l'Isaurico, e la conseguente disputa teologica tra quest'ultimo e Papa Gregorio II, ebbe come conseguenza il passaggio formale delle diocesi dell'Italia bizantina sotto l'autorità del patriarcato di Costantinopoli. Nei fatti, tuttavia, la disposizione di Leone III rimase inapplicata, e Napoli rimase fedele all'autorità del Papa. Come ricompensa per la posizione assunta nella disputa, la città fu elevata al rango di provincia ecclesiastica intorno al 990, e Sergio II ne fu il primo arcivescovo.[63]

    Il periodo normanno-svevo


    Statua marmorea di Federico II di Svevia, posta all'ingresso del palazzo Reale di Napoli
    Nel 1139 i normanni di Ruggero II d'Altavilla conquistarono la città, ponendo fine al ducato: Napoli entrò così a far parte del territorio del Principato di Capua, nel neonato Regno di Sicilia, con capitale Palermo; ciononostante la città conservò la sede dell'arcidiocesi e acquisì grande importanza grazie al porto, che le permise di essere l'unica città italiana facente parte della lega anseatica.[64]
    Passato il Regno di Sicilia in mano sveva sotto gli Hohenstaufen, Napoli fu compresa nel giustizierato di Terra di Lavoro, continuando ad accrescere la propria importanza come centro culturale dell'area. Tale processo culminò con la fondazione, avvenuta il 5 giugno 1224 ad opera di Federico II, dell'Università di Napoli. Si tratta del più antico istituto europeo del suo genere, vi si insegnarono fin dal principio diritto, arti liberali, teologia e medicina. Essa fu concepita come scuola indipendente dal potere papale, avendo fin dall'inizio lo scopo di formare i funzionari dello Stato ed in particolare giureconsulti esperti che servissero l'imperatore nelle dispute dinastiche.

    Il periodo angioino


    Napoli divenne parte del regno angioino in seguito alle vittorie di Carlo I d'Angiò su Manfredi di Svevia nel 1266 a Benevento; e su Corradino di Svevia a Tagliacozzo nel 1268. Sotto il regno di Carlo II d'Angiò, furono istituiti formalmente i Sedili, organi amministrativi ripartiti per aree della città. Essi traevano la propria origine dalla fratrie dell'epoca greca e dalla Magna cura Regis e sarebbero rimasti in piedi fino al XIX secolo.
    In seguito alla rivolta scoppiata in Sicilia nel 1282 (Vespri siciliani, causati anche dallo spostamento della capitale da Palermo a Napoli) e il passaggio dell'isola al dominio aragonese, Napoli, divenne la capitale del Regno di Napoli e uno dei più importanti centri di potere della penisola italiana. Succede a Carlo d'Angiò il figlio Carlo II ed in seguito il nipote, Roberto d'Angiò, detto "il Saggio", che fa di Napoli un centro culturale fra i più vivaci dell'Europa e del Mediterraneo. A questo periodo risalgono i soggiorni in città di Francesco Petrarca, Simone Martini, Giotto (che vi fonderà una scuola pittorica giottesca fra le più importanti d'Italia) e di Boccaccio, che nella basilica di San Lorenzo Maggiore conoscerà Fiammetta, ovvero Maria d'Aquino ed in seguito rimpiangerà i piacevoli anni trascorsi alla corte napoletana. Succederà al re Roberto, la nipote Giovanna I di Napoli nel 1343 e poi sarà il momento dei d'Angiò di Durazzo nel 1382 con Carlo di Durazzo, Ladislao I di Napoli e Giovanna II di Napoli.
    L'ultima grande impresa degli angioini napoletani fu la spedizione militare di Ladislao I di Napoli, il primo tentativo di riunificazione politica d'Italia, agli inizi del XV secolo.

    Età moderna

    Il Regno aragonese Utriusque Siciliae


    Alfonso il Magnanimo
    Nel 1442 anche Napoli cadde in mano aragonese, diventando una delle città più influenti del dominio aragonese e ospitando più volte, specie durante il regno di Alfonso il Magnanimo (1442-1458), il re e la corte di questo grande stato mediterraneo. Nel 1501, nell'ambito delle guerre d'Italia, il regno di Napoli fu conquistato dagli spagnoli e, divenuta Napoli il centro politico dell'impero aragonese,[65] nel XVI secolo la città fu la più popolosa d'Occidente.[66]

    Il Viceregno spagnolo

    Per oltre due secoli il regno fu governato da un viceré per conto di Madrid finché nel XVII secolo la città vide la famosa rivolta di Masaniello (partita da quella stessa piazza Mercato in cui era stata tagliata la testa a Corradino di Svevia) nata a causa del malgoverno spagnolo. Successivamente vi fu la nascita di un'effimera repubblica indipendente.
    Nel corso della guerra di successione spagnola l'Austria conquistò Napoli (1707), ma la tenne per pochi anni, fino al 1734, anno in cui il regno fu occupato da Carlo di Borbone, che vi ricostituì uno Stato indipendente che comprendeva tutto il sud Italia e la Sicilia.

    Il periodo borbonico


    I primati della Napoli borbonica
    Coat of arms of the Kingdom of the Two Sicilies.svg
    Il lungo regno dei Borbone di Napoli, e l'attenzione verso le innovazioni mostrate dai diversi sovrani di questa dinastia, hanno consentito a Napoli di conseguire una serie di primati.
    Nel 1735 vi fu fondata la prima cattedra di astronomia d'Italia, e nel 1754 la prima di economia politica al mondo.
    Il 24 giugno 1818 fu varata a Napoli nei cantieri Filosa, nei pressi del Forte di Vigliena, la Ferdinando I, prima nave a vapore del Mediterraneo.[67]
    Nel 1782 fu effettuato a Napoli il primo intervento di profilassi anti-tubercolare in Italia, nel 1792 vi fu realizzato il primo Atlante marittimo del mondo. Nel 1801 e 1807 vi furono fondati il primo museo mineralogico del mondo, e il primo orto botanico d'Italia, rispettivamente.
    Altro notissimo primato cittadino è quello dell'inaugurazione del primo tratto ferroviario in Italia, la ferrovia Napoli-Portici, a partire dalla Stazione di Napoli (Bayard), il 3 ottobre 1839.[68]
    Napoli fu inoltre la prima città italiana, e la terza in Europa dopo Londra e Parigi, a dotarsi di un sistema di illuminazione pubblica a gas (1839).
    Ferdinando II delle Due Sicilie, metà del XIX secolo
    Sotto la dinastia dei Borbone di Napoli, la città rafforzò il suo ruolo divenendo, insieme a Parigi e Londra, una tra le principali capitali europee. Con la rivoluzione francese e le guerre napoleoniche, Napoli vide prima la nascita di una repubblica giacobina e poi la conseguente restaurazione borbonica. Nel 1806 fu nuovamente conquistata dalle truppe francesi condotte da Napoleone Bonaparte che affidò il regno a suo fratello Giuseppe e quindi, in seguito, a Gioacchino Murat. Nel 1815 con la definitiva sconfitta di Napoleone e il Congresso di Vienna Napoli ritornò nuovamente ai Borbone.
    Nel 1860 il Regno delle Due Sicilie fu oggetto della spedizione dei Mille di Giuseppe Garibaldi e successivamente invaso dal regno di Sardegna. Napoli fu abbandonata da Francesco II di Borbone per evitare che venisse bombardata, e fu tentata una prima difesa con la battaglia del Volturno e quindi con l'assedio di Gaeta. A seguito della sconfitta delle truppe borboniche, Napoli fu annessa al regno d'Italia e perse il proprio status di capitale. Come conseguenza, le strutture di governo statale presenti in città furono smantellate e moltissime attività commerciali ed industriali andarono in rovina, furono trasferite o smontate (come nel caso delle officine di Pietrarsa), innescando una profonda crisi socioeconomica.
    Si riporta, a tal proposito, un giudizio di Gaetano Salvemini:
    « Se dall'unità il Mezzogiorno è stato rovinato, Napoli è stata addirittura assassinata: ha perduto la capitale, ha finito di essere il mercato del Mezzogiorno, è caduta in una crisi che ha tolto il pane a migliaia e migliaia di persone. »
    (Gaetano Salvemini, Scritti sulla questione meridionale, 1896-1955[69])
    Il tesoro del Regno delle Due Sicilie, per la maggior parte custodito nel Banco omonimo,[N 7] fu utilizzato per rinsanguare i bilanci del regno di Sardegna, che era vicino al fallimento, e degli altri territori annessi, del pari indebitati. Il sistema fiscale piemontese fece aumentare vertiginosamente le tasse a carico dei napoletani, ed il gettito fu utilizzato per diminuire l'esazione in Piemonte. Questo aumentò la crisi sociale ed industriale napoletana, mentre l'industria ed il commercio piemontese ebbero la possibilità di essere incrementati.[16]

    Età contemporanea

    « Insomma, fascisti, a Napoli piove, che ci state a fare? »
    (Michele Bianchi, segnale convenuto per la Marcia su Roma[N 8])
    Il 24 ottobre 1922 Napoli è stata teatro della grande adunanza di camicie Nere che fu l'atto preparatorio della Marcia su Roma. I dettagli della Marcia furono discussi e decisi dal Consiglio del partito Nazionale Fascista all'Hotel Vesuvio di via Partenope.
    Nel 1926 il territorio comunale venne ampliato con l'aggregazione dei comuni limitrofi di Chiaiano ed Uniti, Pianura, Secondigliano e Soccavo[70].
    Data la sua natura di porto strategico per le attività navali nel Mediterraneo, Napoli fu, durante la seconda guerra mondiale, la città italiana che subì il numero maggiore di bombardamenti, con circa 200 raid aerei (tra ricognizioni e bombardamenti) dal 1940 al 1944, principalmente da parte alleata, di cui ben 181 soltanto nel 1943 e con un numero di morti stimato tra le 20 e le 25.000 persone, in gran parte tra la popolazione civile.[71][72]
    Dopo la resa del regno d'Italia agli Alleati, avvenuta l'8 settembre 1943, Napoli fu teatro di una storica insurrezione popolare denominata successivamente le quattro giornate di Napoli (27-30 settembre 1943). Tale movimento, guidato dalla popolazione civile, con l'apporto di militari fedeli al cosiddetto regno del Sud, riuscì a liberare la città partenopea dall'occupazione delle forze armate tedesche.
    L'avvenimento, che valse alla città il conferimento della medaglia d'oro al valor militare, consentì alle forze alleate di trovare al loro arrivo, il 1º ottobre 1943, una città già libera dall'occupazione nazista, grazie al coraggio e all'eroismo dei suoi abitanti ormai esasperati ed allo stremo per i lunghi anni di guerra. Napoli fu la prima, tra le grandi città europee, ad insorgere con successo contro l'occupazione nazista.[73]
    La Napoli contemporanea è tra le più grandi e popolose metropoli italiane e mediterranee, conservando ancora la sua storica vocazione di centro culturale, scientifico ed universitario di livello internazionale, oltre che di grande città d'arte e primario polo turistico.
     

    IL MAGMA

    Lava è il nome che viene dato al magma vulcanico dopo che ha perso i gas e gli altri componenti volatili sotto pressione che lo permeavano. Il termine "lava" si riferisce sia alla roccia allo stato fuso che fuoriesce in seguito ad una eruzione, che alla stessa roccia una volta che si è solidificata dopo il raffreddamento.



    Descrizione

    La brusca diminuzione della pressione, al passaggio in ambiente esterno alla crosta terrestre, provoca un degassamento del magma: i gas, disciolti inizialmente in soluzione, subiscono una repentina evaporazione, separandosi dal fuso magmatico che, conseguentemente alla variazione della composizione chimica, si trasforma in lava. I gas liberati dal processo di degassamento sono il vapor acqueo (che genera l'acqua juvenile), CO2, CO, SO2, SO3, Cl2, N2 e gli elementi rari.
    La lava ha una temperatura che va dai 600 ai 1200 gradi Celsius. Sebbene sia abbastanza viscosa, fino a 100.000 volte la viscosità dell'acqua a seconda della composizione, può scorrere per grandi distanze prima di raffreddarsi e solidificarsi, in funzione delle sue proprietà tissotropiche e reologiche.[1][2] La lava, solidificandosi, forma rocce ignee effusive.

    Suddivisione delle lave

    Le lave si distinguono in:
    • granitiche o acide o sialiche, nel caso abbiano un elevato tenore di silice
    • andesitiche o neutre, nel caso abbiano un tenore medio di silice
    • basaltiche o basiche o femiche, nel caso abbiano un basso tenore di silice
    Mentre le lave basaltiche sono poco viscose e raggiungono la superficie, quelle granitiche tendono a solidificare nella camera magmatica del vulcano, formando strutture come guglie, duomi e cupole di ristagno, o ad essere espulse con violente esplosioni possono dare origine alle colate piroclastiche.

    La solidificazione delle lave basaltiche

    Neck vulcanico di basalto colonnare (Hoggar).
    Le lave basaltiche possono, solidificando, portare a molteplici strutture a seconda della velocità con cui si raffreddano e delle caratteristiche dell'ambiente:
    • lave a corda, dette anche Pahoehoe (ossia "pietre su cui si può camminare") dalle popolazioni hawaiane. Si tratta di lave molto basiche che scorrono a fiumi, uno strato sopra l'altro. Il più superficiale solidifica, mentre i sottostanti, scorrendo, lo incurvano. Solidificando, sono responsabili della forma dei cosiddetti vulcani a scudo.
    • blocchi coriacei, detti anche lava AA (ossia "pietre su cui non si può camminare"[3]) dalle popolazioni hawaiane. Si tratta di lave basiche, ma meno rispetto a quelle a corda. Lo strato che raffreddando solidifica è più spesso e quelli sottostanti invece di incurvarlo lo spezzano.
    • basalti colonnari, quando magmi basaltici, solidificando in condizioni ipoabissali, formano ampi prismi colonnari per contrazione termica della massa raffreddata, come quelli presenti in Islanda, nell'Irlanda del Nord, nei "neck" vulcanici portati allo scoperto dall'erosione nell'Hoggar, in Sardegna, in Sicilia (Gole dell'Alcantara) e nel Veneto (come nella cava di Montecchio Maggiore).
    • lave a cuscino (pillow-lavas), quando la lava fuoriesce a grandi profondità nel mare, raffredda velocemente, ma i gas sgorgano liberandosi molto lentamente.

    Origine del termine

    La parola "lava" ha origine dal latino "labes" che significa caduta, scivolamento. Il suo primo uso, collegato con la fuoriuscita di magma, probabilmente è quello che si trova in un breve scritto di Francesco Serao, che riguarda l'eruzione del Vesuvio avvenuta fra il 14 maggio ed il 4 giugno 1737[4].

    Raffreddamento

    La lava raffreddandosi dà origine a delle pietre, dette rocce effusive oppure rocce intrusive. Un esempio del primo gruppo è l'ossidiana e del secondo il granito.